Caro Promotore, il tuo sostituto è un robot

In questi giorni stanno cominciando a diffondersi messaggi pubblicitari che promuovono il cosìddetto robo-advisory, ossia la consulenza finanziaria completamente automatizzata e fornita via web. CheBanca! e MoneyFarm sono i primi esempi concreti in Italia. Dal punto di vista organizzativo, la cosa interessante è che questo processo di introduzione della tecnologia riguarda più che la fase di selezione e monitoraggio dell'andamento dei titoli e dei fondi (da tempo disponibile per i grandi operatori finanziari e, indirettamente, per i propri clienti), la fase di ascolto e cura del cliente.

La generazione dei cosiddetti "millenials" non sopporta di dover avere a che fare con persone e luoghi fisici ma preferisce invece il mondo virtuale consultato da casa o dall'ufficio. Così i nuovi sistemi ti chiedono se risparmi per il college dei figli, per la loro casa o per la tua, quella al mare ... Poi ti avvertono quando il tuo portafoglio non va bene come speravi, e ti propongono nuove soluzioni.

L'aspetto interessante di questa innovazione tecnologica è che ai sistemi è richiesto di garantire, rispetto al ruolo organizzativo del Promotore finanziario, non tanto le conoscenze quanto alcune competenze "relazionali" e "comportamentali". Un tempo l'automazione sostituiva gradualmente il lavoro degli operai, poi il lavoro esecutivo di ufficio (segreterie, protocollazione), ora - forse - ruoli più complessi e relazionali. La disintermediazione che la tecnologia consente ucciderà il lavoro distribuito sul territorio?

Tags: servizi, processi e digital transformation, Luigi De Bernardis

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