Intellettuali disorganici

".... Eppure dovrebbe esserci un altro criterio per distinguere Einstein da un impiegato dell’anagrafe che sta dietro lo sportello. Diremo allora che sia Einstein che l’impiegato svolgono lavoro intellettuale, ma che ricopre la funzione di intellettuale chi svolge un’attività critica e creativa.

In tal senso Edison, che inventava (sia pure pasticciando con le mani) la lampadina, era un intellettuale, e svolge funzione di intellettuale il coltivatore che mette in questione i metodi di coltivazione in uso per inventare un modo nuovo per produrre pomodori, mentre dovremmo (anche se pro bono pacis non si fa) negare la funzione intellettuale a un professore universitario che da trent’anni non produce nulla di nuovo e ripete stancamente nozioni tratte da manuali scritti da altri.... Il grillo parlante. Questo è il lavoro dell’intellettuale, col rischio di essere poi spiaccicato contro il muro. Ma ogni attività comporta le proprie malattie professionali. ...... È proprio dell’intellettuale, e tanto più in quanto sia libero e «disorganico», ritenersi impegnato nell’occuparsi della cosa pubblica, anzitutto in quanto cittadino, in secondo luogo in quanto cittadino che per mestiere è abituato a sottoporre i fenomeni al vaglio della riflessione e della critica – anche se nulla assicura che la sua riflessione e la sua critica siano infallibili – ma proprio per questo deve continuamente renderle pubbliche e aperte al controllo collettivo. Ed è proprio nel momento in cui rinasce l’uso del termine intellettuale come insulto, e come designazione di chi vuole ficcare il naso in questioni che non dovrebbero riguardarlo, che bisogna rivendicare questo compito di vigilanza propria della funzione intellettuale, guarda caso, la cosa meno autoreferenziale che esista."

Umberto Eco - Alfabeta 2 in Repubblica dell'8 luglio 2010

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